L’impatto della plastica negli oceani e gli sforzi per la sostenibilità
Nei nostri mari e oceani si trovano attualmente tra 75 e 199 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Si prevede che, continuando così, entro il 2050 la quantità di plastica negli oceani supererà quella di tutti i pesci presenti nelle acque marine.
Secondo uno studio recente riportato da GreenMatch, oltre 500 località marine sono state dichiarate “zone morte”: luoghi in cui non è più possibile il sostentamento della vita marina. Questo allarmante dato colpisce più di 1.000 specie di animali marini, molte delle quali lottano contro l’inquinamento che invade gli oceani. Tra queste, il 17% delle specie in contatto con la plastica rientra nella lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che include gli esseri marini minacciati di estinzione. A tal proposito, Giorgia Serrati, Presidente di Icat Food, ha dichiarato: “L’impegno per la salvaguardia ambientale è una scelta irrinunciabile per il futuro del nostro Pianeta”.
Le principali cause dell’inquinamento marino

Negli ultimi anni, il monitoraggio dell’inquinamento marino ha rivelato un peggioramento sempre più grave della situazione delle nostre acque. L’inquinamento oceanico è oggi una questione globale che richiede interventi urgenti. La causa principale è una complessa combinazione di fattori come metalli tossici, plastica, fuoriuscite di petrolio, deflussi agricoli e minacce biologiche in aumento.
Gli oceani, noti come “i polmoni della Terra”, stanno soffocando. Attualmente, i mari si stanno trasformando in discariche sature di sostanze inquinanti. Secondo i dati analizzati da Our World in Data, OCSE e Statista, tra 75 e 199 milioni di tonnellate di plastica inquinano i nostri oceani, e ogni anno circa 15 milioni di tonnellate di plastica si aggiungono a questo ambiente già compromesso. L’80% dell’inquinamento marino deriva dai deflussi agricoli, dalle acque reflue non trattate e dallo scarico di nutrienti e pesticidi, mentre il 20% dell’inquinamento da plastica proviene dalla pesca industriale. Con queste tendenze, si stima che l’inquinamento causato dalla plastica negli oceani potrebbe triplicare nei prossimi 40 anni, raggiungendo un miliardo di tonnellate.
Gli sforzi per preservare gli oceani e la sostenibilità

Nonostante la situazione globale sia critica, esistono iniziative concrete per proteggere gli oceani. Limitare l’uso della plastica, gestire la pesca in modo sostenibile e contrastare il cambiamento climatico sono azioni che tutti possiamo intraprendere per salvaguardare il mare. In questo contesto, Giorgia Serrati, Presidente Emerito di Icat Food, azienda leader nel settore dei prodotti marini, ha affermato: “Siamo consapevoli che l’impegno per la salvaguardia ambientale unito all’impegno per lo sviluppo sociale sia una scelta irrinunciabile per garantire un futuro migliore alle prossime generazioni. Contribuiremo a questo impegno attraverso un modello di sostenibilità che agisca concretamente in ogni fase della nostra filiera di attività”.
In quest’ottica, Icat Food ha recentemente pubblicato il suo Primo Bilancio di Sostenibilità, un documento che rappresenta una sfida e un’opportunità per identificare ulteriori aree di miglioramento. Il percorso di sostenibilità di Icat Food è iniziato anni fa con l’intento di unire la tradizione aziendale alla tutela ambientale, promuovendo la protezione delle risorse naturali, sostenendo le comunità locali e garantendo un ambiente di lavoro inclusivo e sicuro.
L’azienda, con oltre 170 anni di attività sul mare e per il mare, mette in atto azioni concrete, come la riduzione dell’uso dell’olio d’oliva, la costruzione di un magazzino ecosostenibile e l’abbattimento dell’uso della plastica di oltre il 35% grazie al “Film Green” utilizzato per imballare la merce nei magazzini.
La responsabilità aziendale e il futuro della sostenibilità
Oggi, con l’introduzione della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), le aziende hanno l’opportunità di orientarsi verso la sostenibilità. Le valutazioni ESG permettono di analizzare la capacità delle imprese di generare valore e di svolgere un ruolo di primo piano nel promuovere comportamenti che favoriscono il benessere presente e futuro.
Salvaguardare le risorse naturali e umane è fondamentale per il futuro del pianeta, poiché il benessere umano è strettamente legato alla salute dell’ambiente che lo circonda. L’impegno di ognuno di noi è indispensabile: solo proteggendo il nostro ambiente potremo garantire un futuro più sicuro e prospero.
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