La sentenza genera dubbi su dove inizi il corteggiamento e finisca lo stalking
Il Tar della Valle d’Aosta ha annullato l’ammonimento emesso dal questore nei confronti di un uomo accusato di stalking da una maestra di ballo. Secondo i giudici, l’uomo non ha violato la legge, poiché le sue avances, sebbene persistenti, non hanno avuto un carattere minaccioso. Questa decisione ha suscitato preoccupazione e sollevato un ampio dibattito pubblico sul confine tra corteggiamento e molestie, un tema sempre più rilevante nella società contemporanea.
Il caso che ha portato alla richiesta di ammonimento
Il caso inizia nell’ottobre del 2022, quando un uomo ha cominciato a manifestare un interesse costante nei confronti di una maestra di ballo, che insegna nella scuola frequentata dalle sue due figlie. L’uomo ha cercato di stabilire un contatto con la donna inviando messaggi, regali come fiori e cioccolatini e, addirittura, iscrivendo le sue figlie alla scuola di danza della maestra. In seguito, ha iniziato a frequentare con insistenza la palestra dove la maestra si allenava, nella speranza di incontrarla. Nonostante la maestra di ballo avesse cercato di rifiutare le avances in modo implicito, è arrivata a esprimere in modo chiaro il suo disinteresse. Tuttavia, l’uomo non ha smesso di cercare di avvicinarsi a lei.
La decisione del Tar e la valutazione dei comportamenti dell’uomo
A causa di questi comportamenti, la maestra di ballo ha richiesto l’intervento delle autorità per proteggere la sua serenità. Nel marzo del 2023, su segnalazione della donna, il questore ha emesso l’ammonimento, ma la decisione è stata impugnata e portata davanti al Tar della Valle d’Aosta. Il collegio del Tar, composto da Giuseppina Adamo, Jessica Bonetto e Paola Malanetto, ha stabilito che le azioni dell’uomo, sebbene insistenti, non configurano il reato di stalking. I giudici hanno sottolineato che i contatti tra i due sono stati distribuiti nel tempo, senza mai essere minacciosi o volgari. Inoltre, non sono emersi elementi che dimostrino che l’uomo abbia creato un reale stato di ansia o paura nella donna, né che l’abbia costretta a cambiare le sue abitudini di vita, un aspetto essenziale per definire il reato di stalking, come stabilito dall’articolo 612-bis del codice penale.
Le reazioni e le opinioni delle associazioni
La sentenza ha suscitato reazioni contrastanti. Diverse associazioni femministe e gruppi di difesa delle vittime di violenza hanno espresso preoccupazione, temendo che la decisione possa ridurre la consapevolezza del disagio causato da comportamenti persistenti. Una portavoce di un centro antiviolenza locale ha affermato: «Non si tratta di corteggiamento o romanticismo, ma di una vera difficoltà nel rispettare il “no” di una persona». Al contrario, altre persone ritengono che la decisione del Tar sia giusta, sottolineando che non dovremmo criminalizzare comportamenti che, pur sgraditi, non si trasformano in minacce o violenza.
Un caso simile a Belluno e l’interpretazione delle leggi
Il caso di Aosta non è un episodio isolato. Recentemente, a Belluno, il Tar ha accolto il ricorso di un uomo che aveva ricevuto un ammonimento per aver rivolto avances insistenti a una cameriera. In quel caso, i giudici avevano considerato i comportamenti dell’uomo «inoffensivi», dando nuovamente il via a una discussione sull’interpretazione delle norme relative al reato di stalking.
La riflessione su quando il corteggiamento diventa molestia
Il caso di Aosta solleva interrogativi profondi sul confine tra corteggiamento e stalking. In un’epoca in cui la sensibilità verso i diritti e la libertà delle persone è in aumento, la legge deve trovare un equilibrio tra la protezione degli individui e la prevenzione di false accuse. Come possiamo riconoscere e punire i comportamenti realmente lesivi senza rischiare di criminalizzare atti che, pur non graditi, non comportano violenza?
Le dichiarazioni dell’uomo e della maestra
L’uomo, difeso anche dalla sua ex moglie, che lo ha descritto come «rispettoso e buono», ha dichiarato di essere sollevato dalla decisione del Tar della Valle d’Aosta. D’altro canto, la maestra di ballo si è detta profondamente turbata e delusa, poiché riteneva che l’ammonimento fosse essenziale per proteggere la sua serenità. Questo caso solleva la questione fondamentale di quando un “no” debba essere considerato definitivo e quando il superamento di quel limite inizi a compromettere la libertà dell’altro. Oggi più che mai, la risposta a questa domanda richiede una riflessione giuridica e culturale profonda.
Leggi anche: Nuovo capitolo per un’intesa vincente tra Virgo e Grande Fratello
Seguici su Instagram!