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“Se io non voglio, tu non puoi”: stop alla violenza sulle donne

La violenza contro le donne non riguarda solo chi la subisce direttamente, ma coinvolge tutti. È una ferita che attraversa la collettività, uomini e donne, e che richiede interventi immediati per generare un cambiamento culturale profondo. Per affrontare questa realtà, la Fondazione Una Nessuna Centomila ha lanciato un messaggio chiaro e deciso: “Se io non voglio, tu non puoi”. Questo messaggio non rappresenta solo uno slogan, ma afferma un principio universale e inviolabile. Ogni donna ha diritto di dire “no” e di vedere quel rifiuto rispettato in ogni circostanza, senza eccezioni.

Il diritto delle donne di esprimere un “no” viene spesso ignorato o distorto. Frasi come “Perché non hai reagito? Perché lo hai fatto entrare? Perché eri vestita in quel modo?” contribuiscono a spostare la colpa su chi ha subito violenza, anziché su chi l’ha inflitta. Questi commenti non feriscono solo le vittime, ma perpetuano una cultura pericolosa che giustifica comportamenti inaccettabili. Eliminare questi stereotipi è essenziale per costruire una società più rispettosa e consapevole.

Molti artisti hanno scelto di sostenere la campagna della Fondazione Una Nessuna Centomila per amplificare l’importanza del messaggio. Tra i nomi che hanno deciso di impegnarsi attivamente ci sono Paola CortellesiClaudia PandolfiLuca Zingaretti e Fiorella Mannoia. Anche personalità come AmadeusGiorgiaCaterina CaselliGiuliano SangiorgiAchille Lauro e Lino Guanciale hanno prestato le loro voci per ribadire un concetto fondamentale: il consenso non è mai una questione ambigua. O è presente, o è assente, e in assenza di consenso non esistono giustificazioni.

Nel 2023, in Italia, si sono verificati oltre 4.500 casi di violenza sessuale, una cifra in aumento rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, questo dato rappresenta solo una minima parte del problema, perché molte donne scelgono di non denunciare le violenze subite a causa della paura, della vergogna o del timore di non essere credute. Anche la diffusione non autorizzata di materiale intimo continua a crescere, con un aumento del 7%. Inoltre, una donna su tre subisce molestie, sia fisiche che digitali, almeno una volta nella vita, dimostrando quanto il problema della violenza di genere sia diffuso e urgente.

Giulia Minoli, presidente della Fondazione, ha sottolineato l’importanza di rispettare ogni “no”, affermando con forza: «Non esiste un silenzio che giustifichi un’azione violenta. Ogni donna deve sentirsi libera di rifiutare e di vedere rispettata la sua volontà. Solo attraverso l’educazione e il rispetto possiamo costruire una società più giusta».

La Fondazione Una Nessuna Centomila promuove progetti che vanno oltre la sensibilizzazione:

  • “Dal Silenzio all’Azione”, un’iniziativa dedicata alle aziende per creare ambienti di lavoro più sicuri e inclusivi;
  • “La fatica di essere medie”, un programma educativo che coinvolge le scuole e insegna ai ragazzi e alle ragazze l’importanza delle emozioni e del rispetto reciproco;
  • Laboratorio Artistico, un progetto che mette il pubblico a contatto con i Centri Antiviolenza, valorizzando il lavoro di chi sostiene le donne nel difficile percorso per uscire dalla violenza.

La Fondazione Una Nessuna Centomila ha scelto l’arte come strumento di sensibilizzazione, sfruttandone il potere comunicativo per raggiungere un pubblico sempre più vasto. Eventi come il concerto Una Nessuna Centomila all’Arena di Verona hanno dimostrato che musica, teatro e cinema possono diventare strumenti efficaci per raccogliere fondi e spingere le persone a riflettere su tematiche importanti. Grazie all’arte, il messaggio della campagna arriva in modo diretto e incisivo, coinvolgendo emotivamente chi ascolta.

Per fermare la violenza sulle donne, non bastano campagne, video o eventi occasionali. È necessario un impegno costante che coinvolga tutti. Ciascuno di noi può contribuire concretamente, scegliendo di ascoltare senza giudicare, parlando apertamente del problema e denunciando qualsiasi forma di abuso o discriminazione. Non bisogna mai restare indifferenti, ma agire ogni giorno per fare la differenza.

Rispettare il “no” di una donna non rappresenta solo un atto di civiltà, ma costituisce una questione di umanità. La violenza di genere non è un problema isolato o privato, ma coinvolge l’intera società. Ognuno ha la responsabilità di impegnarsi per costruire un mondo in cui la dignità e la libertà di ogni donna vengano sempre tutelate. Il cambiamento inizia da noi, con azioni concrete, parole giuste e il coraggio di non restare mai in silenzio.

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